
Genova, 20 Giugno – Gru aumatizzate, torri di controllo, reti e infrastrutture digitali. Il lavoro delle banchine portuali si sta trasformando gradualmente, con nuove figure professionali altamente specializzate che dovranno entrare nei team operativi e negli uffici dei terminal portuali, e nel frattempo chi ha già acquisito una lunga esperienza sul campo rischia di essere tagliato fuori. La Fondazione Accademia Italiana della Marina Mercantile, fondazione ITS con sede a Genova, impegnata sul fronte della formazione specializzata nel mondo della logistica e del mare, è stata il centro nevralgico del nuovo rapporto sul lavoro portuale, svolto in accordo con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, e principali sigle sindacali. Il rapporto, presentato questa mattina negli spazi di Bi.Bi.Service di via XX Settembre, a Genova, è stata anche l’occasione di toccare i tanti temi legati allo sviluppo del lavoro marittimo e portuale, oggi più che mai legato alle dinamiche di efficientamento energetico, digitalizzazione e automazione di determinati servizi.

Il rapporto completo: Fabbisogni_formativi_Portualita_Report
Marco Sanguineri, AdSP del Mar Ligure Occidentale: “Tra i punti fondamentali emersi da questo progetto trova posto la comunicazione tra generazioni. Coniugare giovani e più anziani, favorire una vicinanza tra persone e una trasmissione di conoscenze e sensazioni, permette un avvicinamento al rinnovamento tecnologico”.

Medyan, Allievo dell’Accademia: “Questo corso ci ha lasciato, soprattutto, conoscenze trasversali: nell’ambito della sensistica, dell’informatica, del diritto, dell’ambito marittimo. Siamo usciti dai confini settoriali e diventati figure professionali in grado di interfacciarsi con ambienti diversi”.

Ancora Paola Vidotto: “La formazione deve partire da bisogni reali, basta costruire percorsi dalle torri d’avorio. Questo corso è nato da qualche chiacchiera con amici e colleghi, che hanno fatto emergere quali potrebbero essere le esigenze del domani. Bisogna fermarsi e capire di cosa ha bisogno la città. La formazione deve servire, altrimenti è tempo perso. Il metro che possiamo utilizzare oggi per valutare il successo di un progetto è la soddisfazione dei partner: aziende, sindacati, enti e soprattutto allievi”.
