L’Ammiraglio Giovanni Pettorino Un medico volontario del CISOM
Il 29 Giugno a Genova, presso la sede della Capitaneria di Porto, è stata organizzata la conferenza “Safety of life at sea nel Canale di Sicilia”, per fare il punto sulle operazioni di salvataggio ad opera della Guardia Costiera italiana, in un mare dove i traffici di esseri umani disperati purtroppo non conoscono sosta.
Al convegno, organizzato dal Gruppo Giovani di Federagenti e di Confitarma, nell’ambito della “Genoa Shipping Week”, l’ammiraglio ispettore Giovanni Pettorino, comandante della Direzione marittima ligure, ha tracciato un bilancio drammatico dell’attività di soccorso, svolta quotidianamente dagli uomini della Guardia Costiera: “In base alle Convenzioni internazionali -ha spiegato Pettorino- (tra cui Solas e Montego Bay) l’area di mare in cui il nostro Paese deve coordinare i soccorsi equivale a un milione e 100 mila chilometri quadrati, pari a metà del Mediterraneo. In questa enorme superficie, l’Italia si assume la responsabilità giuridica dei soccorsi. Nel 2016 sono state 40mila le persone tratte in salvo dalla Guardia costiera; a questa missione hanno contribuito 900 navi mercantili battenti bandiera italiana. Se nel 2016 in totale sono stati salvati circa 180mila disperati, nel 2017 il bilancio sarà destinato a crescere, raggiungendo le 200mila persone.”
Sono intervenuti il presidente del Gruppo Giovani di Federagenti, Simone Carlini, l’armatrice Valeria Novella (sulle problematiche economiche rispetto al coinvolgimento della marina mercantile italiana), il dott. Edoardo Casati del CISOM (Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta), i cui medici sono in prima linea nell’opera meritoria a bordo delle navi destinate al soccorso.